domenica 21 marzo 2010

La mia nuova vita da lavoratrice in regola

Inizialmente svolgevo il ruolo di addetta al reparto ortofrutta, scaricavo pesanti casse di frutta e verdura che sistemavo in vendita.
Tornavo a casa con la schiena rotta ma tutto sommato felice di fare un lavoro a contatto con il pubblico, come al ristorante.
Col senno di poi debbo dire che questo mi ha aiutato molto a superare l'enorme timidezza che mi limitava la vita.
Per una persona come me che arrossiva per un nonnulla è stata davvero una svolta importante.
E' (ed è tutt'ora ogni giorno) un po' come fare un'intensa terapia psicologica.
La cosa che più mi piaceva del lavorare in quel discount era l'enorme afflusso di gente straniera che mi permetteva anche di poter parlare in inglese, cosa che tra l'altro, mi ha anche permesso di mangiare gratuitamente.

Come già detto, pur essendo maggiorenne non avevo ancora preso la patente e mi ritrovavo quindi nella condizione di dover rimanere dalle 13, ora in cui il negozio chiudeva, fino alla riapertura delle ore 16, in giro per il paesello.
Inizialmente era mio padre ad accompagnarmi tutte le sante mattine e a riprendermi la sera, successivamente presi a viaggiare con un gruppo di colleghe.
E' stato allora che prese forma la bella amicizia che tutt'ora mi lega alla mia amica Lia col quale divido l'appartamento.
Lavoravamo insieme e durante la pausa, nel periodo primaverile ed estivo, ci recavamo ai giardinetti con il nostro panino o insalata di riso e passavamo le ore a chiacchierare in attesa di rientrare al lavoro.
C'è stato un periodo in cui, complice la sonnolenza post pranzo, facevamo lunghe dormite sulle panchine e come sottofondo conciliatore la voce dei bimbi che si divertivano a salire e scendere da scivoli e altalene.
Ricordo le volte in cui ci si svegliava con i gridolini dei bambini che ci osservavano divertiti...
Per non parlare delle mamme che ci guardavano sbalordite. Credo che inizialmente ci avessero anche scambiate per delle barbone...
Dopo qualche tempo Lia decise però di licenziarsi e iniziai ad andare a mangiare in una trattoria vicino al negozio.
Era gestito da una famiglia sarda molto gentile che mi aveva preso a cuore e mi trattava come una figlia.
Ricordo che all'ora di pranzo il locale si affollava di lavoratori per lo più uomini, la signora mi faceva accomodare in una saletta e non appena la gente andava via tirava giù la saracinesca per permettermi di riposare per poi venirmi a svegliare per tornare a lavoro.
Mi sentivo così a mio agio che spesso cadevo in un sonno profondo e poco mi importava di coloro che ogni tanto si intrufolavano a guardarmi divertiti.
Successivamente, per motivi di costi, presi a frequentare un bar vicino alla stazione.
Divenni amica della barista ed è stato lì che iniziai a pagarmi il pranzo dandole lezioni di inglese.



2 commenti:

  1. ciao Delia, grazie per la visita!! non so neanch'io come si faccia a diventare amici virtuali, ho visitato il tuo profilo ma non me ne dà la possibilità, probabilmente bisogna attivare qualcosa... ma io non sono una cima in questo genere di cose... ;)
    ho visto che parli degli inizi del tuo lavoro... ma adesso? scussa, sono curiosa per natura!! Aspetterò di leggere il seguito!!

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  2. ahahhahhahah!!! infatti non hai fatto niente, sono gli altri che possono decidere di 'iscriversi' al tuo blog tra i sostenitori,,, è quel che ho fatto io, così mi appare quando aggiorni il blog. per la home page non ti so dire... non so a dir e il vero neanche cosa sia, io tiscali non lo conosco per niente...

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