lunedì 14 giugno 2010

Correva l'anno... 1998. Inizio di una lunga storia d'amore.

Era il 1998 quando entrai "legalmente" nel mondo lavorativo presso il discount.
Anno in cui conobbi Lia e, 11 mesi dopo di quello stesso anno, anche il mio fidanzato.
Sempre per mezzo di una collega.
S. era già sposata con G. e sapeva che non avevo il ragazzo.
Dopo qualche tempo che ci frequentavamo al di fuori del lavoro, mi disse che aveva un amico da farmi conoscere.
Io non ho mai amato gli incontri al buio e proprio non volevo saperne di conoscere alcuno.
S. ha insistito alcuni mesi perché vedessi almeno una volta questo ragazzo.
Mi raccontò che lui era solito venire in negozio e che mi aveva notata e gli ero piaciuta da subito.
Me ne fece una descrizione ma io proprio non lo ricordavo.
Un giorno, probabilmente per sfinimento, le dissi che ero d'accordo sul fatto di conoscerlo a patto che lui venisse prima a presentarsi in negozio.
E fui anche molto ferma riguardo alla prima uscita: doveva avvenire in gruppo.
Avvenne così che ogni giorno, al passaggio di un ragazzo mi chiedessi se fosse "lui"...
E da qui la figura tremenda che feci.

Ricordo che era un sabato pomeriggio ed un ragazzo era fermo davanti al banco gastronomia in attesa di essere servito.
Era un bel ragazzo e quando toccò il suo turno venne servito dalla sottoscritta.
Cominciai col chiedergli cosa gli servisse e lui chiese il pane.
Continuai col tagliargli del prosciutto e quando gli chiesi se volesse altro lui rivolse a me un grande sorriso e mi rispose che aveva bisogno del... mio numero di telefono!
Immaginate la mia sorpresa??
Gli chiesi se era l'amico di S.
Lui rimase interdetto per un attimo e poi mi disse di si.
Io, per esserne certa davvero gli dissi il cognome della collega e lui lì rispose di no.
E già... perché nel negozio presso cui lavoravo erano in due a chiamarsi S.!!
Diventai rossa come un peperone e ammutolì.
Lui rise e cercò di togliermi dall'imbarazzo.
E mi chiese se ero comunque disposta a dargli il numero di telefono.
Lo ringraziai e lo liquidai dicendogli che ero già occupata.
Raccontai l'accaduto alla mia mia collega e organizzammo una cena a sei.
Lei e il marito, una coppia di loro amici, io e... il misterioso amico di S.
Arrivò la fatidica sera dell'incontro.
Inutile stare a raccontarvi il nervosismo e la lunga fase di preparazione...
Già dividevo l'appartamento con Lia e ricordo che lei passò due ore a ridere guardandomi smontare l'armadio alla ricerca dell'abito adatto.
"Questo no, questo forse, questo vestito troppo corto, quello troppo lungo, questo troppo serio..."
Alla fine venni a capo della situazione ed uscì, come al solito, con un paio di jeans e maglia.
S. e marito vennero a prendermi a casa con la coppia di amici e andammo al ristorante dove "lui" ci stava aspettando.
Era lì, in piedi davanti alla sua auto.
Ed era... bellissimo...
Alto, capelli scuri e gli occhi di un blu da mozzare il fiato.
Me ne innamorai all'istante.
Non ricordo molto della cena, ricordo solo che nonostante il brusio della sala piena di gente io ero completamente persa nei suoi occhi.
Gli amici parlavano ma io continuavo a guardare lui e sentire solo la sua voce.
Penso di avere mangiato pochissimo e parlato tantissimo con lui.
La sensazione era quella di conoscerlo da sempre, e ne ero completamente affascinata...
Alla fine della cena non osavo chiedergli il numero di telefono così gli raccontai l'aneddoto del ragazzo avvenuto la settimana precedente e dopo averlo fatto ridere lui mi scrisse su un foglietto il fatidico numero ed io gli diedi il mio.
Ci credete se vi dico che in quel momento mi parve di sentire le campane suonare?

Passarono alcuni giorni di attesa, io stavo nel silenzio della mia cucina ad osservare il cellulare nella speranza di sentirlo suonare.
Lia mi guardava e rideva.
Fu lei a suggerirmi di chiamarlo.
Presi il coraggio a due mani e telefonai.
E da lì ebbe inizio la nostra storia d'amore...
Ricordo che ogni volta che uscivo con lui l'incontro terminava con me che sottolineavo la bellezza dei suoi occhi.
Erano veramente particolari.
Blu come il mare...
C'è stato fin dal primo momento un affiatamento particolare, un trasporto che mai mi era capitato nella vita.
Sentivo che era "il mio lui", quello della vita...
Non parlai subito di lui ai miei genitori, ma mi confidai con mia zia Jolanda una delle sorelle di papà. Una "zia amica". La "pazza di famiglia". La zia moderna che ognuno dovrebbe avere. (Ma di lei vi parlerò poi... merita un capitolo a parte.)
Comunque... a lei parlai di lui e di quanto ne fossi innamorata.
Le raccontai della sua vita, di cosa facesse, di quanto bene mi facesse stare e... degli occhi blu.
E ben presto organizzai con lui di andare per un caffè a casa di zia.
Zia abitava con marito e figlie in una villetta fuori Torino e sotto il loro appartamento quello di uno zio (cognato di zia), che conquistò l'amicizia del mio amore davanti ad un bicchierino di mirto casalingo.
Le mie cugine e gli zii rimasero piacevolmente colpite dal mio lui.
Ed io... cotta a puntino!

Dopo un mesetto che ci frequentavamo, un fine settimana organizzammo di passarlo a casa del fratello del mio lui ad Asti.
"Mio cognato" e la moglie erano via in vacanza a casa di amici e avevano detto al mio ragazzo di dare una controllata ogni tanto alla loro casa.
Eravamo io, il mio lui, e S. con suo marito.
La casa del fratello si trova in una frazione fuori Asti, immersa nel verde ai piedi di una collina.
Fuori c'era la neve a fare da cornice ad una situazione da favola.
Dentro, il calore del caminetto acceso.
Preparammo la cena, e dopo si parlò del più e del meno.
Il mattino dopo una colazione tutti insieme e poi fuori a passeggiare e giocare nella neve.
Prima di rientrare a casa notai gli occhi arrossati del mio ragazzo ma non diedi molto peso.
Alcune sere dopo, la confessione.
Dopo avere fatto l'ennesimo complimento lui mi disse che i suoi occhi blu erano merito delle lenti a contatto colorate.
Io rimasi senza parole. Poverino... lo avevo stressato con 'sta cosa degli occhi e lui non si era osato dirmi che fossero "artificiali".
Ed ha pure rischiato una congiuntivite perché in quel fine settimana non si era potuto togliere le lenti per 48 ore!!
Ma la cosa assurda non era solo quella che non me fossi accorta, ma che ne avessi sbandierato a tutto il mondo la particolarità.
Resta il fatto che io e lui dopo 11 anni (a novembre saranno 12) siamo ancora qui, uniti più che mai.
Ed ora viviamo insieme...






2 commenti:

  1. scusa se sono curiosa, questa storia è bellissima.. siete insieme da 11 anni e lui? le lenti colorate le mette sempre? :-)

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  2. No... non più. :(
    Spendeva un capitale.
    Delia

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